Da alcuni anni a questa parte il termine “rigenerativo” in agricoltura ha assunto grande rilevanza, diventando oggetto di divulgazione e sperimentazione e veicolando innovazione agronomica e interesse commerciale.
Ad oggi le accezioni ad esso attribuite sono numerose, a partire dalla riduzione degli input agricoli, passando per la ristorazione delle proprietà del suolo, fino all’azzeramento degli impatti legati alle attività di campagna.


In generale, non esiste una definizione univoca di agricoltura rigenerativa o un disciplinare che ne regoli le pratiche, in quanto nell’essere rigenerativi è importante valutare gli output delle proprie attività, che devono generare un miglioramento e un ripristino della salute del suolo, della biodiversità e della sostenibilità agricola nel lungo termine.
Come sottolineato dal Rapporto sulla salute del suolo di RE SOIL Foundation, in Italia su ogni 100 metri quadrati di suolo, 47 presentano qualche forma di degrado. A questo si aggiunge il costante declino della biodiversità, dovuto al cambiamento climatico ma amplificato da attività agricole intensive, per cui negli ultimi venti anni si è avuta una riduzione del numero di insetti del 49%.
Questi sono solo alcuni dei preoccupanti dati che la ricerca scientifica ha registrato e che rendono necessario un cambiamento di direzione.
Buone pratiche dell’agricoltura rigenerativa
L’approccio rigenerativo racchiude alcune buone pratiche come:
- lavorazioni ridotte, che aiutano a preservare la fauna microbica e ridurre le emissioni di CO2;
- apporto di compost e sostanza organica;
- uso di colture di copertura, che proteggono dall’erosione, sequestrano carbonio atmosferico e favoriscono la conservazione dell’umidità del suolo, migliorando il drenaggio;
- rotazioni colturali, che favoriscono l’aumento della biodiversità e mantengono coperto il terreno;
- integrazione di animali al pascolo su colture arboree, che arricchiscono il suolo di materia organica e gestiscono l’inerbimento.

Esempi virtuosi di aziende agricole: La Torre alle Tolfe e Juntos Farm
Con l’aiuto di Agricolus, le aziende rigenerative possono beneficiare dei vantaggi dell’agricoltura di precisione per razionalizzare e rendicontare le numerose attività svolte in azienda, tenere traccia delle problematiche riscontrate attraverso i rilievi in campo e assegnare compiti ai collaboratori, organizzando in modo più efficiente il lavoro.

Funzionalià “Operazioni colturali” nella piattaforma Agricolus
L’insieme delle informazioni raccolte viene rielaborato da Agricolus per fornire indicatori di sostenibilità, grazie ai quali è possibile conoscere con esattezza:
- efficienza degli apporti
- impatto dell’attività agricola
- livello di biodiversità della propria azienda
Inoltre, grazie all’integrazione della sensoristica in campo e delle immagini satellitari si ha garanzia di tempestività e corretta localizzazione degli interventi: concetti chiave per ridurre gli stress, razionalizzare gli apporti di prodotti chimici e limitare le perdite produttive.
Esperienze concrete di questo binomio vincente si sono realizzate presso l’azienda La Torre alle Tolfe di Siena e Juntos Farm di Ibiza.
La prima, con 50 ettari tra vigneti, oliveti, campi coltivati, boschi e fattoria, riprende perfettamente i principi dell’agricoltura rigenerativa con un impegno concreto nella conservazione e riabilitazione dei sistemi agricoli, con un focus sulla qualità micro e macrobiologica del suolo, l’aumento della biodiversità e il miglioramento dei cicli dell’acqua e del carbonio. Questo approccio permette di potenziare i servizi ecosistemici, supportare il bio sequestro di carbonio, aumentare la ritenzione idrica e incrementare la resilienza ai cambiamenti climatici.



Pics from @instagram.com/latorrealletolfe
Gli interventi meccanici e chimici sono ridotti al minimo, investendo sul lavoro manuale, ove possibile, per evitare la compattazione del suolo. L’uso di colture di copertura e sovesci permette di ridurre l’erosione e la competizione idrica nei mesi più secchi; inoltre, genera conseguenze positive su salute e fertilità del suolo, aumentandone biodiversità e attività microbica.
Gli animali della fattoria vengono lasciati pascolare nei vigneti all’interno dei filari con cadenze regolari, così facendo si interrano i sovesci e i semi della coltura di copertura, si apporta materiale organico e viene gestito l’inerbimento, realizzando una vera e propria circolarità aziendale.
Gli interventi meccanici e chimici sono ridotti al minimo, investendo sul lavoro manuale, ove possibile, per evitare la compattazione del suolo. L’uso di colture di copertura e sovesci permette di ridurre l’erosione e la competizione idrica nei mesi più secchi; inoltre, genera conseguenze positive su salute e fertilità del suolo, aumentandone biodiversità e attività microbica.

Pics from @instagram.com/latorrealletolfe
Gli animali della fattoria vengono lasciati pascolare nei vigneti all’interno dei filari con cadenze regolari, così facendo si interrano i sovesci e i semi della coltura di copertura, si apporta materiale organico e viene gestito l’inerbimento, realizzando una vera e propria circolarità aziendale.
In Juntos Farm, azienda biologica di 20 ettari, uno degli obiettivi principali è quello di diffondere l’approccio rigenerativo a livello locale. Le rotazioni, le colture di copertura e le lavorazioni minime hanno lo scopo di assicurare un suolo sano, che è garanzia di produzioni alte e resilienza aziendale.
Le diverse varietà aromatiche ed orticole vengono coltivate in sistemi multicolturali, in cui più varietà si susseguono, organizzate in modo lineare e non parcellare, creando un sistema colturale più naturale agli occhi del visitatore e beneficiando degli effetti legati a consociazione ed allelopatia.



Pics from @instagram.com/juntos.farm
Salvaguardare la salute di suolo e ambiente è fondamentale e le numerose esperienze esistenti provano come questo può portare grossi vantaggi. Grazie al supporto della digitalizzazione, sarà sempre più semplice misurare e certificare l’impatto positivo delle proprie attività e favorire la transizione verso un’agricoltura maggiormente sostenibile.